Storia dei Campionati Italiani Individuali
by Gianluca Galeazzi

Come per tutti gli sport, o quasi (il tennis ad esempio fa eccezione), anche il calcio tavolo ha nei Campionati Italiani Individuali il punto di massima coincidenza tra quelli che sono i valori di volta in volta espressi dal movimento e quelli che sono, anno dopo anno, i giocatori che sono riusciti ad inserire il proprio nome nel prestigioso albo d’oro della manifestazione.
La storia dei Campionati Italiani è praticamente la storia del calcio da tavolo italiano, non fosse altro per il fatto che la prima edizione, avvenuta nell’ormai lontano 1974, è stata di fatto la prima manifestazione a carattere nazionale con presenti giocatori di tutta la penisola. E iniziamo dunque proprio da quel momento la nostra storia.

I primi anni (gli anni settanta)

Correva appunto l’anno 1974 e, mentre nel mondo furoreggiavano band musicali inglesi dal sound pomposo e roboante e in giro i pantaloni a zampa di elefante erano la norma, ad Arenzano (a qualche chilometro da Genova), la famiglia Parodi, titolare della distribuzione in Italia del gioco Subbuteo, decise di organizzare i primi Campionati Italiani di Subbuteo. Decisero, in origine, che la cadenza doveva essere biennale e che la categoria fosse unica. Evidentemente ai tempi l’avvento dei ragazzini non era una priorità per loro. Il campione d’Italia doveva essere unico ed unico è stato. Ai nastri di partenza si presentarono due giocatori per regione. Quello delle rappresentatività regionale è stato un criterio mai più abbandonato.
E chi se non Stefano Beverini di Genova avrebbe potuto vincere quella prima edizione. La scuola genovese all’epoca aveva qualcosa in più. I Parodi erano (e sono) di Genova, il torneo fu organizzato nel genovese e genovese fu il campione.
In realtà Beverini all’epoca era il più forte in Italia, e di certo il fatto di aver successivamente (nel 1978) firmato un libro (distribuito dai Parodi stessi) sulle sue avventure subbuteistiche, ne ha aumentato incredibilmente il mito, fino a diventar per tutti un punto di riferimento di quegli anni.
Abbiamo detto cadenza biennale, infatti bisogna aspettare il 1976 per assistere alla seconda edizione dei Campionati. Ancora Genova (Genova città questa volta) la sede, ancora Beverini il campione. Erano anni pionieristici del gioco. Le partite si svolgevano su due tempi da venti minuti ciascuno, la palla era quella grossa (quella delle scatole gioco per intenderci), la lucidatura delle basi era ancora per pochi ed i campi ovviamente erano in panno.
Dal 1976 è (giustamente) introdotta anche la categoria junior, riservata ai giocatori sotto i sedici anni di età. Primo campione italiano junior della storia si laurea Alessandro Scaletti di Roma. La scuola romana in quegli anni è seconda solo a quella genovese. L’inserimento della categoria junior induce i Parodi (per limitare le spese, immagino), a qualificare un solo giocatore per regione per categoria.
Nel 1977 è ancora Genova ad ospitare i Campionati. Sinceramente non so se il progetto iniziale dei Parodi prevedesse che gli Italiani si dovessero disputare sempre a Genova. L’anno successivo la sede diventa itinerante, ma ci fu anche l’inserimento in calendario del Guerin Subbuteo, che forse ha fatto abbandonare il progetto.
La novità di quell’anno è però che non vince Beverini. Il titolo va a Mestre (Venezia), grazie ad Edoardo Bellotto, mentre fra gli junior vittoria di Andrea Piccaluga di Pisa.
Queste vittorie permettono ai due di partecipare ai Campionati Mondiali dell’anno successivo, che si sono tenuti a Londra. Grazie una enorme enfasi intorno all’avvenimento, ad una discreta manovra pubblicitaria e soprattutto alla vittoria del torneo, Piccaluga ottenne una popolarità anche al di fuori dell’ambiente agonistico. Piccaluga, insieme ad altri due o tre nomi è nello ristretto numero di giocatori conosciuti anche da chi non ha partecipato a tornei, ma semplici appassionati del gioco in se.
Il 1978 è dunque l’anno della svolta. La sede delle fasi finali si sposta da Genova, per trasferirsi a Roma. Ho nominato prima il Guerin Subbuteo, chi era costui? Ebbene, grazie ad una collaborazione con il prestigioso settimanale sportivo Guerin Sportivo, i Parodi riuscirono ad organizzare una manifestazione sotto la direzione della testata. Fu un gran bel colpo per il movimento, in quanto dava la possibilità a centinaia, se non migliaia, di giocatori amatoriali di venire a contatto con l’ambiente agonistico, il tutto semplicemente compilando un modulo all’interno della rivista. Non nego che io stesso sono venuto a contatto con la federazione grazie al Guerino. La competizione aveva le stesse identiche caratteristiche dei Campionati Italiani, selezioni regionali e poi fasi finali a Genova. Genova sede fissa del Guerin Subbuteo, fece sì probabilmente che la sede degli Italiani dovesse spostarsi di anno in anno, per non accentrare in maniera esagerata (quasi sospetta) tutta l’attività a Genova. L’avvento del Guerin Subbuteo, le cui fasi finali si disputeranno sempre in maggio, fa sì che gli Italiani vengano fatti slittare ad ottobre (e così sarà fino al 1995).
A Roma Alessandro Scaletti è il primo giocatore a vincere i Campionati nella categoria senior dopo aver vinto in quella junior. Dopo di lui, ad oggi, solo altri cinque giocatori sono riusciti nell’impresa. Uno di questi è proprio il Campione d’Italia junior 1978, ovvero Renzo Frignani di Montecchio (Reggio Emilia), giocatore che come nessuno traccerà un solco nella storia del nostro sport.
A Milano nel 1979 è ancora un giocatore della scuola mestrina a vincere tra i senior, Nicola Di Lernia. Considerando anche la forza del club di Mestre, si può certo affermare che l’epicentro del calcio da tavolo di quegli anni sia proprio Mestre. Tra gli junior invece successo di Giorgio Salmon, un giovane genovese.

L’era Frignani

In quegli anni Mestre è un po’ la capitale del nostro sport, e come è giusto che sia viene scelta come sede degli Italiani del 1980. Inizia proprio a Mestre il dominio di un intero decennio di Frignani. Ancora molto giovane, il campione reggiano, sale nelle quotazioni dei giocatori torneo dopo torneo, ed è chiaro a tutti che nell’avvenire bisognerà sempre fare i conti con lui. Andrea Antiga de L’Aquila vince invece la categoria junior. Antiga è un altro giocatore che poi entrerà nel club dei sei che citavo in precedenza. Nei tre anni a seguire L’Aquila si dimostrerà una piazza importante.
Ed è proprio L’Aquila la città chiamata ad ospitare l’edizione 1981. Dopo Antiga, un altro aquilano, Pierpaolo Pesce, vince tra i giovani. La macchina Frignani non si ferma, ed il reggiano si aggiudica il secondo titolo consecutivo. Vittoria che gli garantirà il posto per i mondiali dell’anno seguente, disputati a Barcellona, in Spagna. Frignani, che nel frattempo pensa bene anche di aggiudicarsi il terzo Guerin Subbuteo consecutivo, si presenta a Barcellona in veste di favorito e non fallisce l’occasione.
La sede dei Campionati Italiani del 1982 è la più a sud mai prescelta nella storia della manifestazione, Reggio Calabria. Il padrone di casa Cundari riuscirà nell’impresa di eliminare (ai quarti di finale) Frignani. Si apre dunque la caccia al titolo, e la spunta Andrea Antiga, dopo una finale con Massino, di cui si sentirà parlare molto negli anni a venire. Il milanese Fabio Abate si aggiudica il torneo junior, vittoria contestata e sofferta, causa una semifinale mai disputata con il campione in carica Pesce (Pesce venne squalificato per irregolarità dei materiali da gioco).
I Campionati di Montecatini Terme, del 1983, sono gli ultimi ad essere disputati con le vecchie regole. Si abbandona la palla grossa, ritenuta ormai obsoleta, a favore di una nuova misura media, misura che ad oggi è ancora utilizzata. Frignani si riprende il “suo” titolo , battendo in finale proprio Massino, che da quel momento si tira addosso la nomea di perdente, nonostante i titoli che riuscirà a portare a casa. Nella categoria junior, successo di Massimo Averna di Reggio Calabria. Nonostante i comunicati ufficiali lo abbiano sempre chiamato Averno, il giocatore si chiama Averna, ed è anche da considerare uno dei più cristallini talenti che la Calabria abbia saputo generare.
Con palla più piccola e regole modificate in alcune situazioni di gioco, nel 1984 è Roma ad essere la casa dei Campionati Italiani. Al terzo tentativo Davide Massino di Genova riporta nella città della lanterna il titolo che fu (dieci anni prima) di Beverini. La decima edizione dei Campionati porta alla ribalta nella categoria junior Andrea Di Vincenzo di Pescara, forte giocatore abruzzese, dalla lunghissima militanza sui campi da gioco.
Nel 1985 si torna ad Arenzano per l’edizione numero undici del torneo. Massino concede il bis dell’anno precedente e nella categoria junior si impone Giovanni Lazzara di Palermo, giocatore di cui dopo poco si sono perse le tracce.
Giocata a Milano, l’edizione 1986, viene anticipata ad aprile per permettere al CT della nazionale (Giambi Parodi!?) di valutare i giocatori da mandare ad Atene, due mesi dopo, per i Campionati Mondiali. Frignani torna a vincere il titolo tra i seniores, mentre tra gli junior si impone un giovane Mario Baglietto di Bari, che ad Atene si aggiudicherà anche il titolo iridato di categoria. Meno fortunata invece la corsa iridata del reggiano che dovrà arrendersi in finale allo svizzero Willy Hoffman.

Gli anni di Baglietto

Nel 1987 succede una specie di rivoluzione all’interno del movimento. Mario Giudici (storico dirigente federale) si stacca dalla monarchia dei Parodi e decide di creare una federazione parallela, che chiamerà FICT. Per quanto il progetto fosse assolutamente valido, non durò molto, solo tre anni, anni nei quali i giocatori furono divisi in due. Molto più consistente il pacchetto dei Parodi (che intanto avevano rinominato la federazione AICIMS), anche se la maggioranza dei giocatori storici, tra cui Frignani e Massino, aderirono alla linea della FICT.
In questo clima di incertezza, si disputano i Campionati a Firenze. L’elenco degli iscritti subisce un duro colpo a livello di qualità, ma tutto sommato la finale è all’altezza degli anni passati. Baglietto vince il suo primo titolo senior. Tra gli junior successo invece di Marco Mingrone di Roma, altro talento poi inespresso del nostro movimento.
Nel 1988 i Campionati si disputano a Sorrento. Baglietto, sempre più dominatore e fresco del titolo europeo ottenuto a Bruxelles cinque mesi prima, vince in scioltezza il suo terzo titolo italiano consecutivo (uno junior e due senior). Filippo Morabito di Palermo è invece il vincitore della categoria junior.
Ed è proprio Filippo Morabito (diventato senior) che l’anno seguente 1989, agli Italiani di Bari, saprà interrompere l’egemonia del campione barese (che di lì a poco si trasferirà a Milano), eliminandolo ai quarti di finale. La FICT oramai non ha retto l’urlo e la potenza dei Parodi, l’AICIMS vince la partita, e dopo neanche tre anni (per certi versi gloriosi) la FICT chiude i battenti. Tutti tornano indietro. Massino, che essendo di Genova, fece l’affronto più grosso ai Parodi, torna e vince. A Bari in quella edizione succede una cosa mai capitata prima. La finale non viene disputata. Ai tempi la giornata di domenica era riservata esclusivamente alle due finali. La finale senior prevista era tra il già citato Massino ed Emanuele Funaro di Milano (già finalista nel 1987). Un impegno improvviso non consente al milanese di rimanere a Bari anche la domenica. A nulla servono le richieste di anticipare al sabato sera la partita. La finale viene vinta a tavolino da Massino, che vince, senza colpo ferire, il terzo titolo senior della sua carriera. Anche tra gli junior succede qualcosa di clamoroso. Uno dei favoriti della vigilia, il genovese Fabio Malvaso, viene squalificato (addirittura radiato e poi reintegrato), per aver falsificato i documenti anagrafici. Giancarlo Giulianini di Faenza si aggiudica il titolo, sconfiggendo in finale il nolano Felice Meo, già finalista l’anno precedente.

Gli anni del caos (primi novanta)

Sono anni di grande fermento, i giocatori stanno crescendo e sono sempre meno disposti ad accettare incondizionatamente il volere dei Parodi. Ai Mondiali di Roma del ’90, viene convocato Baglietto, che intanto sembra un po’ aver smarrito il gioco dei tempi migliori. A molti la convocazione sembra più un premio fedeltà che non una reale valutazione tecnica (per quanto, tra l’altro, potesse averne la capacità il buon Giambi Parodi). Ai mondiali di Roma oltretutto avviene di tutto. Baglietto viene letteralmente fatto fuori da una combine franco-belga. A questo punti i detrattori di Baglietto si scagliano contro il giocatore ed i detrattori dei Parodi si scagliano contro la dirigenza italiana. C’è né per tutti, insomma.
Con queste premesse è chiaro che l’edizione del 1990 degli italiani è una strana edizione. Dopo due rinvii successivi, i Parodi riescono ad individuare Caserta (nel prestigioso Reggia Palace Hotel) come sede, ma la manifestazione slitta a dicembre, rispetto al classico mese di ottobre. Mancano all’appello alcuni big, e Frignani esce ai quarti di finale. Si apre quindi la corsa degli outsider. Dopo una interminabile serie di piazzati, il sottoscritto, Gianluca Galeazzi di Milano, si aggiudica un titolo sorprendente. Tra gli junior la finale è quella attesa. Vince il favorito Giuseppe Rosini di Firenze, del quale si prospetta una carriera ricca di soddisfazioni, ed invece non riuscirà a mantenere le attese.
L’anno seguente, come nel 1974 ed il 1985, è Arenano ad ospitare le fasi finali. Nella categoria junior Alessandro Perrino di Bari si aggiudica il titolo sfuggitogli l’anno precedente in finale. Nei senior è di nuovo un milanese, Emanuele Funaro, a vincere il titolo, battendo in finale l’inossidabile Frignani, dopo una cavalcata esaltante. Presenzia alle finali Edilio Parodi in persona che, in età molto avanzata, ha voluto partecipare alla manifestazione per quella che sarà la sua ultima presenza.
Dopo il successo consecutivo di due milanesi, è proprio Milano la sede del 1992. Questa volta i padroni di casa fanno cilecca ed è di nuovo Massino a vincere per la quarta il titolo italiano. Ancora Frignani finalista. Tra gli junior successo invece di Simone Bertelli di Pisa, giovane di belle speranze, che avrà modo negli anni futuri di far parlare molto di se.
L’edizione di Milano ha la particolarità di essere stata la prima ad essere organizzata quasi integralmente senza l’apporto dei Parodi, che, appare chiaro a tutti, stanno mollando un po’ la federazione ed il gioco subbuteo in genere. Da quest’anno i Parodi saranno sempre meno presenti nell’attività agonistica.
A Benevento nel 1993, unica volta nella storia, i Campionati Italiani vengono giocati interamente nella giornata di domenica, tradendo la tradizione dell’intero week-end. Massino sale a quota cinque titoli nel suo personale palmares (ad oggi è l’ultimo), mentre nella categoria junior si aggiudica il titolo Mauro Marchili di Rieti.
Gli Italiani di Roma (Ostia per la precisione) del 1994 sono passati alla storia più che per la parte sportiva, per l’assemblea dei soci del sabato sera. Ebbene quella sera è nata la FISCT, Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo. La burrascosa riunione ha segnato definitivamente la rottura tra il gioco subbuteo/calcio da tavolo, legato a filo doppio ai Parodi ed al marchio Subbuteo, ed il calcio da tavolo, come lo si intende oggi. I dettami della FISTF (nata due anni prima dalla fusione della FISA e della ETF) furono assorbiti anche dall’Italia, nonostante l’ostracismo di molti, che creò una rottura all’interno del movimento.
Eppure quegli Italiani sotto il profilo sportivo diedero molte informazioni. Per la prima volta vennero disputate le categorie under 20 (all’epoca definita espoir, usando la terminologia francese) e quella femminile. Tra gli espoir il successo andò a Cristian Filippella di Benevento, astro nascente dal talento cristallino, ma forse dal carattere troppo aggressivo. Il torneo femminile (due sole le iscritte!) vide il successo di un’altra giocatrice di Benevento, Stefania Tretola. Negli junior (definiti a livello internazionale under 16), torneo a Sergio Caggiano di Salerno, a completare un importante tris per la Campania. La categoria senior viene giustamente rinominata Open, e vede la finale dei sogni Baglietto-Frignani. Successo netto del barese e Renzo sconfitto per la terza volta in finale negli ultimi quattro anni.
Le basi per un futuro di maggior spessore sportivo erano state poste. Ci vollero degli anni per avere di nuovo tutti i ranghi riuniti, ma il passo, oltre che necessario, si rivelò corretto. Ma gli anni successivi saranno un po’ difficili.

Inizia l’era FISCT

Nel 1995 la sede degli Italiani è in Friuli (Duino-Trieste), per la prima volta nella storia. Le regole di partecipazione vengono leggermente cambiate. Per permettere ai migliori di esserci, venne dato ai giocatori master (primi 8 del ranking Italia) il diritto alla partecipazioni alla fase finale, oltre a due giocatori (invece del singolo qualificato) per ogni regione.
Complice il fatto che alcune regioni non aderirono alla FISCT, il parco partecipanti agli Italiani non fu cospicuo come volevano le attese, ma il torneo fu comunque avvincente. Ci fu una sorta di dominio lombardo, con successi di Stefano Scagni di Milano tra gli Open, Efrem Intra di Bergamo tra gli under 15 e la sorella Elena Intra tra le donne. Solo Simone Bertelli, vincitore tra gli under 20, nega l’en plein lombardo.
L’anno seguente è proprio la Lombardia a organizzare l’evento. Gli Italiani si tengono a Bergamo. Il numero delle regione sale e di conseguenza anche il numero dei partecipanti. A vincere tra gli Open e Eric Benvenuto di Trieste, Simone Bertelli si conferma negli under 20, la sorpresa negli under 16 è Alex Orlando di Aviano (Pordenone) ed ancora più sorprendente è il successo di Nadia Calcina di Trieste nel femminile.
La tappa di Bergamo ha portato una enorme innovazione. Per permettere ai Campioni d’Italia la partecipazione di diritto ai Mondiali di settembre, la data degli Italiani , storicamente posta a fine anno, venne anticipata ai primi di giugno (anni dopo venne ulteriormente anticipata a maggio).
Intanto la federazione internazionale introduce una ulteriore categoria, i veterani, per giocatori che abbiano compiuto i trentacinque anni di età. L’età dei veterani fu poi innalzata a quaranta anni, nel 2000.
Faenza è la sede degli Italiani 1997. Simone Bertelli sembra imbattibile, ma in finale il padrone di casa Giancarlo Giulianini, con una partita perfetta, vince, facendo suo il titolo Open. Giulianini è il quarto giocatore della storia (dopo Scaletti, Frignani e Antiga) ad aver vinto il titolo Open, dopo aver vinto in un’altra categoria. Tra gli under 20 successo di Efrem Intra, Fabio Vitali di Bergamo fa suo il torneo under 16 (la scuola giovanile bergamasca in quegli anni domina), mentre Paola Bonalumi di Milano si aggiudica il torneo femminile. Ma si diceva di veterani. Il primo titolo veteran della storia è andato ad una vera gloria del calcio da tavolo nazionale, Stefano De Francesco di Perugia.
Il palasport di Rieti è la degna cornice degli Italiani del 1998. L’edizioni è di quelle importanti, poiché vede la presenza di tutti, ma proprio tutti i migliori giocatori in circolazione. Tanto per farvi capire l’intensità di quel torneo posso dirvi che sua Maestà Frignani è uscito in girone eliminatorio. L’attrattiva dei Mondiali inizia a diventare quasi una fobia per tutti.
Dopo una finale al cardiopalma (e con qualche strascico polemico), è proprio Stefano de Francesco ad imporsi su Massimo Bolognino di Napoli, giocatore che negli anni successivi avrebbe riscritto la storia del nostro sport. Efrem Intra conferma il suo titolo under 20, mentre Marco Brunelli di Rieti, vince uno splendido titolo under 16 “davanti al suo pubblico”. Ilaria Schiavio di Napoli si aggiudica un bel torneo femminile, mentre tra i veterani il successo ad un’altra gloria storica del nostro movimento, Fabrizio Sonnino di Roma. L’edizione di Rieti, a mio modesto parere, è stata forse l’edizione migliore dei Campionati Italiani di sempre, per partecipazione.
Nel 1999 è Padova a fare da cornice ai campionati. L’Italia intanto l’anno precedente ha saputo vincere il titolo mondiale a squadre, scatenando la caccia ai mondiali, iniziando a spostare il baricentro dei Campionati Italiani più verso un discorso di selezione ai mondiale, che non di titolo prestigioso a se. Il vincitore è lo stesso dell’anno precedente. De Francesco bissa il successo di Rieti, dopo un torneo impeccabile. Anche in altre categorie non cambia il campione. Efrem Intra vince per la terza volta consecutiva il titolo under 20, e Sonnino si conferma tra i veterani. Bruno Mazzeo di Bergamo si aggiudica il torneo under 16 dopo una sorta di torneo interclub con i suoi compagni di squadra, ed ancora a Bergamo, grazie ad Elena Intra, va il titolo femminile.

Uno alla volta per carità

Come sarebbe stato giusto concedere ad Atene le Olimpiadi del 2000, è stato sicuramente giusto dare a Genova (città natale del calcio da tavolo italiano) l’organizzazione dei Campionati Italiani del 2000. La finale degli Open è tra le più coinvolgenti di sempre. Il nuovo, rappresentato da Efrem Intra, si scontra con la storia, ovvero Renzo Frignani. Rimontando da uno 0 a 2 del primo tempo, Frignani compie uno dei suoi capolavori, andando a vincere al sudden death. Ad Efrem è mancata un pizzico di scaltrezza, ma Renzo di certo ha compiuto un mezzo miracolo, vincendo il titolo italiano dopo 14 anni, riuscendo in una delle più belle imprese del nostro sport. Le categorie giovanili, per volontà della federazione internazionale, vengono abbassate di un anno. Genova torna a vincere un titolo grazie a Francesco Conti, che si impone negli under 19. Giorgio Mazzeo, ennesimo frutto della scuola bergamasca, vince tra gli under 15, Loredana Ferri di Milano vince nel femminile e Massimo Conti di Faenza si impone nel veteran, in quella che, come lui stesso definirà, è una sorta di premio alla carriera. Dal 2000 fino al 2009, nessun giocatore riuscirà a ripetersi nella categoria Open. Sono finiti i tempi dei grandi domini.
L’edizione del 2001 si svolge a Bari. L’attenzione per la nazionale ormai supera il prestigio degli italiani stessi. I giocatori si presentano col coltello fra i denti per un posto in nazionale. A spuntarla è Massimiliano Nastasi di Pescara (poi si trasferirà a Perugia), che dopo un’altra storica finale supera Cristian Filippella dopo i tiri piazzati. Nastasi da junior seppe vincere un Guerin Subbuteo in tempi lontani, poi si persero le tracce. Tornato da meno di due anni all’attività, da vita ad un escalation incredibile che lo porta al titolo italiano (due anni più tardi anche a quello mondiale). Tra gli under 15 viene assegnato il titolo a Paolo Fino di Bari e sempre a Bari va il titolo femminile grazia ad Ada Volpe. Ilario Dragonetti di Napoli, splendido talento, si aggiudica il torneo under 19, e Carlo Melia di Urbino vince nei veterani, dopo una serie di piazzati entrata nella storia (14 a testa) con Massimo Conti.
A Rimini si disputa l’edizione del 2002. Un nome nuovo appare nel firmamento dei grandi del calcio da tavolo italiano, è Luca Capellacci di Urbino, che fa suo, con pieno merito il torneo Open, dopo una cavalcata esaltante. Da qualche anno Capellacci è salito nelle graduatorie nazionali, e il successo di Rimini è il suggello alla sua crescita. Un altro talento assoluto intanto cresce tra i più giovani. Si tratta di Stefano Buono di Sansepolcro (Arezzo), che, ancora giovanissimo fa suo il torneo under 15, mettendo in mostra delle potenzialità che poi esprimerà negli anni futuri, vincendo tutto e più volte in ogni categoria giovanile. Bruno Mazzeo, vincitore tre anni prima nella categoria di età inferiore, vince negli under 19. Un po’ a sorpresa Laura Petti di Pescara (moglie di Nastasi e quindi anche lei successivamente trasferitasi a Perugia) vince il torneo femminile, battendo la più navigata, ma caratterialmente fragile Loredana Ferri. Tra i “vecchi” invece la spunta, dopo un torneo tiratissimo il romano Severino Gara.
L’edizione del 2003, svoltasi nello splendido palazzo dello sport di Urbino, è entrata nella storia per un fatto. Per la prima volta a vincere i Campionati Italiani è stato un giocatore residente all’estero. La storia di Antonio Mettivieri di Charleroi (ma napoletano dentro) ha fatto notizia per almeno un anno. Il giocatore da sempre belga, e facente parte della nazionale belga da quattro anni, cambiò cittadinanza, per giocare negli Eagles Napoli non come straniero. Il gesto di Antonio fu clamoroso, molti storsero il naso, ma alla fine ha convinto tutti sulla sua italianità. Il finalista Giulianini, pur dominando l’incontro, nulla a potuto di fronte alla volontà di Mettivieri. Un’altra nota importante del torneo di Urbino fu il fatto che dopo qualche anno di partecipazione ridotta all’osso, finalmente la categoria dei più giovani torna ad avere un cospicuo numero di iscritti. Finita l’ondata di Bergamo, è Cesena ad affrontare con ottimi risultati l’attività giovanile, ed è Matteo Muccioli ad aggiudicarsi il titolo under 12, per la prima volta inserito nel palmares della manifestazione. Laura Petti si conferma sul trono del femminile, così come Stefano Buono fa sua la categoria under 15, come l’anno precedente. Spunta invece un nome nuovo tra gli under 19. E parlo di nome, ma non di cognome. Daniele Bertelli di Pisa (fratello di Simone) si aggiudica il titolo, iniziando quello che sarà una sorta di monopolio assoluto per gli anni a seguire. Tra i veterani, invece, Alberto Riccò di Reggio Emilia vince un torneo pieno di sorprese.
Per una pura coincidenza, anche se sicuramente azzeccata, ci si accorge, accogliendo la candidatura di Roma come sede dell’edizione 2004, che ogni dieci anni in Campionato Italiano fa tappa a Roma. La decima edizione nel 1984, la ventesima nel 1994 ed ora la trentesima nel 2004. Vedremo nel 2014… Negli ultimi anni il panorama mondiale del calcio da tavolo è dominato da un giocatore, capace di vincere tre titoli mondiali in quattro anni (ne vincerà un quarto l’anno seguente), tornei internazionali, ma incapace di vincere il titolo italiano. A Roma Massimo Bolognino colma questa lacuna. Gli altri titoli sono vinti da Laura Panza di Bergamo tra le donne, ovviamente Daniele Bertelli negli under 19, uno splendido Jacopo Di Sora di Roma negli under 15, giocatore dalle enormi potenzialità, ma vincolato ad una famiglia che poco ha creduto in questo sport. Il vero colpo di Roma è comunque quello di Fabrizio Sonnino, che riesce a vincere una splendido torneo veterani (per la terza volta, dopo il 1998 e 1999), dopo tre anni di semi inattività. Un’altra speranza si affaccia nel circuito, è Mattia Bellotti di Napoli, che vince nell’under 12 e promette molto bene per il futuro.
A Milano nel 2005 si sente, più che nelle edizioni precedenti, e poi verrà confermato anche nelle successive, la poca attenzione ormai data alla manifestazione di molti giocatori, in particolare quelli già qualificati ai mondiali grazie al ranking. Insomma gli Italiani diventano sempre più selezioni per i mondiali. Ma grandi nomi ci sono lo stesso. Luca Capellacci fa il bis del 2002, battendo in finale un ottimo Daniele Pochesci di Roma. Tra i veterani il titolo resta a Roma, grazie ad un redivivo Rodolfo Casentini. Mattia Bellotti (ancora under 12 potenziale), si aggiudica il titolo under 15 e negli under 19 c’è il tris di Daniele Bertelli. Femminile (per la seconda volta) a Loredana Ferri e titolo under 12 ( decisamente scarno come presenza) a Filippo Tecchiati, che ad oggi è e resta il campione italiano più giovane della storia, avendone all’epoca poco più di sei..
Dopo soli cinque anni di attesa, i Campionati tornano a Bari. Tra gli Open le Massimo Bolognino ottiene il suo secondo titolo personale, battendo in finale il sorprendente Enrico Guidi di Roma. Mattia Bellotti si conferma trattore tra gli under 15, mentre nell’under 19 Stefano Buono prende il testimone di Bertelli. Nel femminile successo di Alessandra Brescia di Napoli. Severino Gara bissa il successo di quattro anni prima nei veterani, ed un altro giovane napoletano, Simone Palmieri, si aggiudica il titolo under 12.

Un Bertelli, due Bertelli…

Si torna al nord per l’edizione 2007, più precisamente a La Spezia. Simone Bertelli, giocatore dalla carriera strana, si aggiudica il torneo Open, battendo in finale Bolognino. Dopo un dominio nella seconda parte degli anni novanta, Bertelli sembrava perso per il movimento. Tornato ad altissimi livelli da un paio d’anni, a La Spezia, Simone colma una lacuna della sua carriera, il titolo italiano assoluto. Con questa vittoria, Simone ottiene un record invidiabile, è il primo (e per ora unico) giocatore ha vincere un titolo italiano in tre categorie. Negli under 15 da anni praticamente si gioca per il secondo posto, in quanto Mattia Bellotti pare insuperabile. Ancora Stefanino Buono fa suo il titolo under 19, mentre Gabriella Costa di Napoli strappa il titolo femminile alla più navigata Laura Panza. Nei veterani, che con il passare degli anni stanno diventando sempre più duri e qualificati, vince Francesco Mattiangeli di Terni. Per gli under 12 un nuovo fenomeno, intanto, pare esser nato in quel di Roma. E’ Diego tagliaferri, di soli nove anni, che si aggiudica il titolo mostrando un gioco d’attacco senza pari per i suoi coetanei.
A Ferrara nel 2008, dopo nove anni (l’ultimo è stato De Francesco nel biennio 1998/99), un giocatore riesce a confermarsi campione d’Italia Open. Simone Bertelli (che intanto da alcuni anni si è trasferito a Reggio Emilia) riesce nell’impresa di bissare il successo di La Spezia. Ma il vero numero è di Mattia Bellotti che vincendo per la quarta volta consecutiva il titolo under 15, ottiene un record molto (ma molto) difficile da battere. Riccardo La Rosa di Palermo ottiene il successo negli under 19. Tra le donne Valentina Bartolini di Perugia, vince il torneo dopo un anno ricco di soddisfazioni in giro per l’Europa. Emilio Richichi, di Palermo, disputò la finale degli Italini del 1990 a Caserta contro il sottoscritto. La leggenda vuole che dopo quella sconfitta (partiva nettamente favorito) non volle saperne più nulla di calcio da tavolo. Si trasferì in Spagna per motivi di lavoro e lì tornò a giocare a metà degli anni duemila. A coronamento della sua rincorsa al successo sportivo, arriva questo titolo veterani. Tra gli under 12 un altro giovane naplotano si mette in mostra, vincendo il trofeo, è Luca Battista.
Nel 2009 gli Italiani tornano in Campania, più precisamente a Salerno. Nella categoria Open il titolo resta in casa Bertelli, questa volta però sulla sponda Daniele. E’ quello di salerno il primo successo del trittico che Daniele è riuscito ad ottenere nell’anno solare. Nessuno nella storia è riuscito a fare quello che ha fatto il campione pisano. Dopo il successo di Salerno, è arrivato il titolo mondiale (il secondo per lui dopo quello del 2007) a Rotterdam e si è concluso ancora a Salerno con la Coppa Italia. Tra gli under 15 vittoria invece di un’altra speranza per il futuro, Luca Battista di Napoli. Riccardo La Rosa conferma la sua supremazia tra gli under 19. Secondo titolo di categoria (dopo quello del 2007) anche per Francesco Mattiangeli tra i veterani. La scuola palermitana eccelle anche nel femminile grazie a Giuditta Lo Cascio e completa il quadro dei vincitori Diego Tagliaferri, leader incontrastato tra gli under 12.

Casale Monferrato 2010

E veniamo ai giorni nostri. La trentaseiesima edizione dei Campionati Italiani Individuali si terrà in Piemonte per la prima volta nella storia, a Casale Monferrato. Il perché si è atteso tanto a dare l’importante data al Piemonte è un mistero. La regione è sempre stata più che presente nelle manifestazioni nazionali, e, anche senza aver mai fornito il campionissimo, ha dato i natali a molti ottimi giocatori. Tra conferme e novità, i Campionati sapranno, come sempre, dare informazioni sull’orientamento dei valori dei giocatori nella nostra penisola. Il problema della mancanza di nuove leve, vero cruccio della federazione per molti anni post Parodi, sembra ormai un ricordo, ed oggi, il parco giocatori della nostra nazione è ricco di giocatori under, di cui molti di ottimo livello. La sede di Casale è in pole position proprio nel settore giovanile. Il lavoro svolto degli organizzatori locali nel corso degli ultimi anni, ha portato il club ad avere uno dei settori giovanili più importanti in circolazione. La speranza per i ragazzi del Pierce 14 Altavilla (club organizzatore) è quella di riuscire ad ottenere finalmente un titolo, di qualsiasi categoria, che manca da sempre nelle bacheche dei giocatori piemontesi.

Considerazioni

Come dicevo in precedenza, i Campionati italiani hanno perso negli ultimi anni un pizzico di interesse. La possibilità che danno di avere un posto per i Campionati Mondiali, sembra avere oggi una importanza maggiore rispetto al fatto steso di aggiudicarsi un titolo nazionale.
Ora io, che non sono propriamente d’accordo con questo modo di pensare, voglio indurre tutti ad una riflessione. E’ innegabile che rispetto al passato, oggi, visto il calendario fitto di impegni ed una maggior professionalità e presenza dei giocatori più forti, incontrare giocatori di altre regioni è molto più semplice che in passato. Un tempo Frignani e Massino si incontravano un paio di volte all’anno, ora come ora Bolognino e Bertelli si incontrano spesso, in Italia e in Europa. Ma il fascino della competizione deve rimanere invariato.
L’albo d’oro parla chiaro, solo i più grandi hanno vi hanno scritto il proprio nome. Ed è in nome di questa storicità che è giusto considerare i Campionati Italiani Individuali uno degli appuntamenti cardine della stagione, e la possibilità che essi danno di partecipare al mondiale, deve essere una conseguenza e non l’obbiettivo primario.
La storia della manifestazione va di pari passo con la storia del nostro sport. Siamo la nazione traino di tutto il movimento internazionale e questo potrebbe già bastare per rendere i Campionati un obbiettivo di tutta una carriera. Partecipare a questo pezzo di storia, anno dopo anno, dopo aver superato le selezioni regionali (in alcuni luoghi durissime) è comunque un onore che non a tutti è riservato.
Quest’anno sono trentasei (e dico trentasei!) le edizioni. Siamo diventati grandi leggendo le gesta dei campioni del passato ed ammiriamo oggi quelle dei campioni del presente. Tante città hanno organizzato l’avvenimento, in una continua girandola di speranze, talvolta compiute, altre volte disattese.
Questo è lo sport, e lo sport insegna che solo chi ci prova può vincere, potendo scrivere un’altra pagina, l’ennesima, della storia dei Campionati Italiani Individuali di calcio da tavolo.